Il danno e la perdita assonale sono la causa reale della disabilità clinica in pazienti affetti
da neuropatie ereditarie acute e croniche. La capacità rigenerativa dei nervi è limitata.
Quando un nervo è soggetto a ripetuti fenomeni degenerativi nelle fasi progressive della
patologia, il danno diventa permanente. Diversi gruppi hanno dimostrato negli ultimi anni
che le cellule staminali mesenchimali (CSM) possono differenziare in senso mesenchimale
e non (Fraser, 2006). In particolare, numerosi laboratori hanno riscontrato evidenze di
differenziazione neurale in vitro delle CSM ottenute sia da tessuti murini che umani
(Safford et al., 2002; Kokai et al., 2005; Ning et al., 2006; Krampera et al., 2007; Krampera
et al., in press; Anghileri et al., in press).
Le cellule staminali mesenchimali sono in grado di differenziare sia in neuroni che in cellule
gliali ed il loro effetto terapeutico è stato dimostrato nel trapianto in situ, dove
contribuiscono alla rigenerazione del nervo periferico (Amoh et al., Proc Natl Acad Sci U S
A 2005; 102: 17734-8; Dezawa et al., Eur J Neurosci 2001; 14: 1771-6; Ohta et al.,
Neuroreport 2004; 15: 1249-53).
Le CSM possono essere isolate ipoteticamente da tutti i tessuti; le più studiate sono quelle
ottenute da midollo osseo (MO).Una promettente alternativa alle MO-CSM è
rappresentata dalle CSM derivate da tessuto adiposo (A-CSM), in quanto sono presenti in
abbondanza, sono facilmente accessibili e presentano caratteristiche biologiche simili alle
MO-CSM (zuk et al., 2001; Erices et al., 2000; Jiang et al., 2002).
L’obiettivo principale del progetto sarà quello di esplorare il potenziale terapeutico delle
cellule staminali mesenchimali (CSM) adulte trapiantate in un modello di patologia
degenerativa acuta del sistema nervoso periferico (SNP).
Questo progetto si propone di verificare se le CSM trapiantate siano in grado di:
1. integrarsi nel nervo periferico danneggiato dopo il trapianto venoso;
2. sostituire le cellule di Schwann danneggiate;
3. rilasciare fattori solubili che supportino la rigenerazione.
L’efficacia terapeutica delle CSM sarà verificata in un modello di crush del nervo sciatico
come modello di degenerazione periferica acuta in topi C57Bl/6.