Il ricorso a forme di procreazione medicalmente assistita (PMA), a pratiche vietate (es. maternità surrogata) e a tecniche riproduttive ancora poco studiate induce alla riflessione su modelli di genitorialità e stato di figlio, sollecitando nuove proposte regolatorie.
Il gruppo di ricerca, anche attraverso il coinvolgimento ab origine di genetisti, medici esperti nelle tecniche procreative e sociologi, mira ad una risoluzione delle seguenti problematiche:
1) questioni non risolte dalla l. 40/2004: rapporto tra genitorialità biologica e sociale; facoltà di esprimere (e di revocare) il consenso per l’utilizzo, anche post mortem, del proprio materiale biologico; bilanciamento tra il diritto all’anonimato dei donatori del patrimonio genetico e diritto a conoscere le origini del soggetto nato da tecniche di PMA; definizione dello status giuridico e della sorte degli embrioni soprannumerari;
2) attribuzione dello stato di figlio, riconoscibilità nell’ordinamento italiano dei rapporti di filiazione creati all’estero con il ricorso a pratiche procreative vietate in Italia e prospettive regolatorie in tema di maternità surrogata;
3) genitorialità e forme di procreazione ad oggi vietate ma che interesseranno il futuro in ragione del progresso scientifico e tecnologico. Si pensi a forme di procreazione con finalità anche indirettamente terapeutiche in via di graduale diffusione (es. tecniche di gene editing, clonazione riproduttiva, utero artificiale, donazione e trapianto di utero).
L’approccio metodologico mira a coniugare un solido background teorico con un concreto risvolto applicativo, attraverso uno studio sinergico tra giuristi, genetisti, specialisti della riproduzione, sociologi, al fine di analizzare e confrontare ciò che astrattamente appare ‘possibile’ secondo gli approdi più recenti della scienza con le implicazioni giuridiche e sociologiche che inevitabilmente ne discendono.
Aree di ricerca coinvolte dal progetto | |
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Civil Law in general | |
Family Law | |
Human Rights Law |
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