L’apertura alla società è un dovere della comunità medico-scientifica

  from 10/31/18 to 11/20/18

Sabato 10 novembre, alle 9.30, nell’Aula Magna dell’Università di Padova, Francesco Sala, docente di Neurochirurgia dell’ateneo, parteciperà alla II edizione di “Neurochirugia Familiare”. Organizzata dal dipartimento di Neuroscienze e dal dipartimento di Salute della donna e del bambino dell’ateneo patavino, in collaborazione con EANS (European Association of Neurosurgical Societies) e Fondazione Salus Pueri, l’iniziativa vedrà il professor Sala, insieme con Domenico d’Avella, professore di Neurochirurgia dell’Università di Padova, e il teologo Vito Mancuso, a confronto con le associazioni e le famiglie di bambini affetti da patologie neurochirurgiche.  

«Non conosco il professor Mancuso di persona – dice Sala - ma il titolo della sua relazione, “Gli angeli e i diavoli che affollano la mente. Un contributo per la cura integrale della persona”, mi intriga. Non so che lettura ne darà Mancuso, ma angeli e diavoli spesso affollano anche la mente del medico e, nella fattispecie, di chi si occupa di Neurochirurgia Pediatrica, una disciplina difficile non solo sotto l’aspetto tecnico quanto piuttosto nella prospettiva di una presa in carico globale del paziente pediatrico».  

«Sei costretto – spiega Sala - a ragionare in prospettiva, a pensare cosà ne sarà di quel bimbo o di quella bimba tra uno, cinque, dieci, vent’anni. Hai la responsabilità di una o più decisioni che possono avere un impatto cruciale sul futuro di quel paziente e, ironia della sorte, sono poche le situazioni in cui la strada è ben segnata. Nel passato, per molte delle patologie di Neurochirurgia Pediatrica, il successo era la sopravvivenza, poi è diventato la cura senza deficit neurologici; oggi l’accento è – giustamente - sulla qualità di vita. Di fronte a queste sfide, il neurochirurgo deve sempre trovare l’equilibrio, imperfetto, tra il desiderio di agire e “il bene” per il paziente che non sempre e non necessariamente passa attraverso una brillante performance chirurgica. Come si comunica – conclude Sala - una prognosi infausta ai genitori di un bambino? Chi si deve assumere questa responsabilità? Dove sta il confine, sottilissimo, tra diritto alla speranza e corretta informazione? E dove quello tra diritto alle cure e accanimento terapeutico? Ecco, a ma pare che anche nella nostra mente di medici angeli e demoni si rincorrano e confido che il professor Mancuso possa contribuire a fare un po’ di luce o, perlomeno, ad indicare dei criteri».  

Non per caso è “Le soluzioni della scienza, i dubbi degli uomini” il titolo di questa seconda edizione di “Neurochirurgia Familiare”, che sarà introdotta dagli interventi di saluto del rettore dell’Università di Padova, Rosario Rizzuto, e del professor Giorgio Perilongo, direttore del dipartimento Salute della donna e del bambino dell’Università di Padova e rappresentante di Salus Pueri, e moderata dal giornalista scientifico Luciano Onder. 

Il professor Sala e il professor. D’Avella, ideatore di “Neurochirurgia Familiare”, operano l’uno a Verona e l’altro a Padova. La loro presenza allo stesso tavolo di confronto consente anche di approfondire le peculiarità delle strutture venete. «La qualità della Neurochirurgia Pediatrica italiana è, in generale, ottima», dice Sala. «Ho il piacere e l’opportunità di far parte del Board sia della European che dell’International Society for Pediatric Neurosurgery e devo dire che i neurochirurghi pediatri italiani sono molto stimati all’estero e portano un contributo importante alla comunità scientifica internazionale. Il Veneto (Padova e Verona) è ben inserito in questi contesti e costituisce un riferimento che va anche oltre il Nord-Est. Forse, se devo cercare una peculiarità, è che la nostra attività pediatrica si svolge non nel contesto di un ospedale esclusivamente pediatrico – come può essere il Gaslini a Genova, il Meyer a Firenze, il Bambin Gesù a Roma o il Santobono a Napoli - ma è inserita nell’ambito di una Neurochirurgia Generale che si occupa anche di pazienti adulti. Se, da una parte, un ospedale pediatrico offre una serie di vantaggi, ha però il limite di dover “abbandonare” il paziente e affidarlo ad una Neurochirurgia dell’adulto quando il bambino diventa grande. Le realtà di Padova e Verona, viceversa, consentono di mantenere questa transizione entro le mura domestiche e questo rappresenta indubbiamente un vantaggio per il paziente in termini di riferimenti e di continuità delle cure».  

Nella giornata di sabato 10 novembre il professor Sala avrà anche il ruolo di rappresentare l’impegno di EANS per l’iniziativa. «L’EANS, pur essendo un’associazione scientifica internazionale centrata sulla formazione dei giovani neurochirurghi e sull’aggiornamento e lo scambio delle conoscenze in ambito neurochirurgico, è tuttavia sensibile a quella che potremmo definire una “terza missione”, aspetto sempre più rilevante anche per le nostre realtà accademiche. Non è stato difficile ottenere il patrocinio ed il sostegno dell’EANS per questo secondo appuntamento di “Neurochirurgia Familiare”, che rappresenta un’occasione unica e, per certi aspetti, irrituale, di incontro e dialogo fra operatori sanitari, i pazienti, le loro famiglie e le associazioni».  

 

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